“Cari compagni, se noi ce ne stiamo zitti oggi,
domani i marxisti ebrei ci metteranno i piedi in
testa ...”
Vladimir
Lenin
Nuovo Bund,
ma sempre vecchi trucchi
(La mia risposta
all’attacco di Greenstein contro Gilad Atzmon ed
altri)
Israel Shamir
Tradotto dall'inglese
da Manno Mauro. Questa traduzione è in Copyleft.
Tony Greenstein (Blind
eye to anti-semitism) è ossessionato dall’ebraicità.
Egli vede il mondo attraverso il prisma di un
nazionalista ebraico. Giudica la gente con un solo
criterio, che condivide con la mia defunta nonna:
“Egli/Ella è buono/a per gli ebrei?”. Con i suoi
amici ‘Ebrei Contro Il Sionismo’, egli sostiene di
essere antisionista, ma il
sionismo è solo una delle forme del nazionalismo
borghese ebraico e non l’unica. Costruendo la
loro organizzazione per soli ebrei, Greenstein e
tutti i suoi amici hanno portato avanti il
separatismo ebraico ed hanno causato una spaccatura
non necessaria, anzi pericolosa, nel movimento di
solidarietà con la Palestina.
La storia si ripete.
Più di cento anni fa, gli ebrei socialisti di
Russia, cioè il Bund (tutti antisionisti), chiesero
il permesso a Lenin di aderire al suo nuovo
movimento come un’organizzazione collettiva separata.
“Ognuno di voi è benvenuto nella comune lotta dei
lavoratori contro i ricchi russi ed ebrei, ma come
organizzazione separata, voi non fareste altro che
dividere le nostre forze”, rispose, ed espulse il
Bund. Alla fine molti ebrei russi si unirono al
movimento dei lavoratori russi, ed insieme
cambiarono il corso della storia. Il Bund appassì,
ed alcuni dei suoi membri approdarono al sionismo.
Ma la storia si ripete
come farsa, secondo le parole di Marx. Il Bund aveva
centinaia di migliaia di aderenti; il nuovo Bund,
‘Ebrei Contro il Sionismo’, è solo un gruppuscolo
che è riuscito a raccogliere un centinaio di firme,
da San Francisco, a Tel Aviv, a Londra. Il loro
contributo alla lotta equivale a 0. Il fastidio che
procurano è molto più importante perché essi
attaccano principalmente gli anti-sionisti.
Posso immaginare un
piccolo numero di cose che gli ebrei possono fare
significativamente insieme (pregare?), ma la lotta
politica per l’uguaglianza in Palestina non richiede
una discussione separata tra soli ebrei. Inoltre, è
un percorso fallimentare. Il concetto di ‘Ebrei per
la Giustizia’, ‘Ebrei per la Pace’ ed altre
organizzazioni separatiste di soli ebrei che però
dicono di perseguire scopi generali, a me sembra un
concetto tanto ingiustificabile quanto lo sarebbe
quello di ‘Bianchi contro l’Apartheid’.
L’uguaglianza in Sud Africa è stata raggiunta
sconfiggendo simili raggruppamenti di dubbia natura
e costituendo la forza multirazziale dell’ANC. La
lotta per i diritti civili nel sud degli Stati Uniti
fu combattuta insieme dai neri e dai bianchi. E’
evidente che la causa della giustizia in Palestina
non debba essere diversa. Perché allora esistono
tali gruppi?
I ricchissimi dirigenti
delle organizzazioni ebraiche sono preoccupati
dall’alto tasso di diserzione tra le loro file e
ranghi. Spendono miliardi cercando di fermare
l’assimilazione e riportare i discendenti degli
ebrei all’ovile. Un progetto organizzato dalla UJA
(United Jewish Appeal, una associazione di
organizzazioni di beneficenza per soli ebrei, ndt),
denominato The Bithright (il diritto di
nascita), porta migliaia di giovani di origine
ebraica a Gerusalemme, da ogni parte del mondo –
tutto pagato, sistemazione generosa compresa – al
fine di scoraggiare matrimoni inter-razziali e
promuovere matrimoni esclusivamente nella comunità.
Essi costruiscono la continuazione del Muro di
Sharon nel resto del mondo allo scopo di separare
gli ebrei dai non-ebrei.
‘Ebrei Contro il
Sionismo’ è parte integrante di questo sforzo, un
tentativo di tenere nell’ovile anche le persone che
hanno capito la criminalità del sionismo. Nel loro
attacco contro Gilad Atzmon, Paul Heisen e me, non
fanno altro che ripetere parola per parola le accuse
elaborate da Aaronovitch Eppollard nel giornale
The Times, oltre alle volgari menzogne
disseminate dai siti internet finanziati dalla ADL
(Anti-Discrimination League, ndt), perché noi ci
battiamo per la completa integrazione dei
discendenti degli ebrei nei paesi in cui vivono, ci
battiamo per la loro assimilazione, per risolvere
una volta per sempre l’idea reazionaria
dell’esclusività ebraica. Le nostre posizioni
concordano con la lettura che Marx e Lenin facevano
della ebraicità.
Nel 1903, Lenin scrisse
sull’Iskra, e le sue parole sono
estremamente attinenti alla discussione attuale:
“L’idea di una ‘nazionalità’ ebraica è
scientificamente sbagliata e politicamente
reazionaria, non solo quando è presentata dai suoi
sostenitori più coerenti (i sionisti), ma anche
quando appare sulle labbra di coloro che cercano di
fonderla con le idee della Social-Democrazia (i
Bundisti). L’idea di una nazionalità ebraica va
contro gli interessi del proletariato ebraico,
perché alimenta tra di loro, direttamente o
indirettamente, uno spirito ostile
all’assimilazione, lo spirito del ‘ghetto’.”
‘Ebrei Contro il
Sionismo’ sono solo una propaggine troskista del
Bundismo, e perlomeno uno dei suoi membri è
co-firmatario della petizione contro Atzmon, un tale
Abraham Weizfeld, si autodefinisce apertamente ‘un
Bundista’. L’anti-sionismo di questi signori non ci
impressiona più di tanto per la sua pretesa novità;
un importante pensatore marxista, Georgi Plekhanov,
(http://www.marxists.org/archive/plekhanov/)
, fece notare che “i Bundisti vogliono fondare la
loro Sion qui, non in Palestina” e con una battuta
aggiunse: “i Bundisti non sono altro che sionisti
che soffrono del mal di mare”. Questa opinione era
condivisa dai sionisti, e Ber Borokhov profetizzò
che “un giorno il futuro Stato Ebraico dovrà erigere
un monumento d’oro al Bund per i suoi illustri
risultati”. Non accadde allora, ma non certo per
mancanza di sforzi.
Le accuse di Tony sono
difficili da confutare; perché sono basate sulla sua
incapacità di capire un testo, o per la sua ottusità
o per qualche altra sinistra ragione. Per esempio,
io scrivo: “Non c’è alcun «sangue infetto»,
l’accettazione di Cristo è la Soluzione Finale della
questione ebraica, mentre l’assimilazione e il
matrimonio inter-razziale è la via per disfare le
vestigia del separatismo ebraico” ed egli interpreta
la mia frase così: “La salvezza dei palestinesi sta
nella conversione degli ebrei, gli «assassini di
Cristo», al Cristianesimo”. Indicativamente, egli
cambia in tutte le citazioni Cristo per cristo e
Cristianità per cristianità, dato che nella sua
visione di ebreo nazionalista, la lettera maiuscola
dovrebbe essere riservata esclusivamente agli ebrei.
Io scrivo: “Nessun ebreo è responsabile per le
malefatte dei suoi antenati”; ma egli insiste: “Ci
chiama assassini di Cristo”.
Il suo attacco ai
nostri compagni Paul Eisen e Jeff Blankfort è
ugualmente ingiustificato. Il signor Greenstein è
ossessionato dall’argomento dell’Olocausto ebraico e
divide la gente in pecore e capre a seconda del loro
atteggiamento riguardo alla versione corrente su
questo argomento. Cosa c’è di tanto speciale in
questa versione? Perché non attacca coloro che
negano il massacro degli armeni (da parte dei
curdi), o coloro che negano il massacro degli azeri
(da parte degli armeni), o coloro che negano il
massacro di Jenin (da parte degli ebrei), o coloro
che negano il massacro degli ugonotti (la notte di
san Bartolomeo), o coloro che negano il massacro di
Dresda (da parte degli inglesi)? Se egli è veramente
l’antisionista che dice di essere, perché non è
preoccupato dal fatto che il suo alleato Steven
Plaut, un altro nemico mio e di Atzmon, che lo cita
alla lettera, neghi il massacro di Deir Yassin (http://kurtnimmo.com/blog/?p=741)?
Perché non isola Plaut?
Il nostro modo di
vedere è completamente diverso. La loro versione
dell’Olocausto viene usata per imporre il
separatismo ebraico e l’idea che gli ebrei sono
speciali, il tutto è legato all’insulto razzista
della “criminalità naturale dei non-ebrei”.
Non a caso, l’ideologa
principale dell’Olocausto, Deborah Lipstadt, se la
prende con il matrimonio interrazziale perché
‘inquina la purezza del sangue ebraico’. Noi
sosteniamo la de-costruzione di questa
interpretazione dell’Olocausto. Lo stesso termine
Negatore dell’Olocausto è un’espressione quasi
religiosa del tipo Negatore di Cristo,
un’accusa corrente ai tempi dell’Inquisizione, ma
come abbiamo appena visto, Tony è pronto a negare
Cristo e addirittura la sua C maiuscola. Mentre Tony
accusa gli altri di ‘razzismo’, egli stesso e i suoi
intimi sono razzisti come gli altri. Tony G mi
chiama “un fascista ex-russo/svedese che ora vive in
Israele” – è un modo subdolo per dire “non è un
ebreo”. Gli amici e alleati ebrei di destra di Tony
che scrivono in Frontpagemag.com non sono così
reticenti e lo dicono ad alta voce. Così pure ha
fatto il suo amico ‘antirazzista e marxista’ Roland
Rance. Non ritengo dignitoso scendere a questi
livelli di dibattito. Non posso nemmeno rispondere
all’accusa di ‘fascismo’ dato che Tony G. non è
stato capace di scrivere un solo rigo che mi associa
alla dottrina fascista.
I nuovi bundisti non
sono riusciti a mandar giù il fatto che, in seguito
alla loro lettera di protesta, il Socialist Bookshop
e il SWP (Socialist Workers’ Party) non hanno
lasciato cadere ogni cosa e non si sono messi
sull’attenti. I comunisti britannici possono
prendere a cuore la risposta di Vladimir Lenin, che
nel 1913 scrisse da Cracovia: “Cari compagni, se noi
ce ne stiamo zitti oggi, domani i marxisti ebrei ci
metteranno i piedi in testa .... Il Bund trasforma
il socialismo in nazionalismo.”